“Primati”, di Jim Ottaviani e Maris Wicks, Il Castoro

presitorie 4Non ci sarebbe stata la preistoria senza l’evoluzione della nostra specie. E non si può raccontare l’evoluzione dell’uomo senza ricordare che facciamo tutti parte di una grande famiglia: i primati.

Poco più di una settimana fa è stato il “compleanno” di Lucy, o meglio della scoperta del suo scheletro. Il piccolo esemplare di australopiteco, vissuto circa 3 milioni di anni fa in Africa, è il progenitore della famiglia degli ominidi: ad essa apparteniamo noi, uomini e donne di oggi, ma anche i nostri cugini gorilla, scimpanzé e oranghi. Non è strano che lo studio di questi mammiferi continui ad affascinare sia i paleontologi che gli etologi, speranzosi di osservare nei loro comportamenti tracce della nostra stessa natura, per meglio comprenderla.

Per sapere di più sui primati e la loro evoluzione, i ragazzi da 10 anni in su hanno a disposizione molteplici fonti divulgative (fra le tante, ricordo i libri di Yves Coppens, scopritore di Lucy, pubblicati da Jaca Book), ma anche avvincenti narrazioni.

Primati, di Jim Ottaviani e Maris Wicks, traduzione di Giovanna Pecoraro, Editrice Il castoro 2015, 15,50€.
Primati, di Jim Ottaviani e Maris Wicks, traduzione di Giovanna Pecoraro, Editrice Il castoro 2015, 15,50€.

Fra quest’ultime, Primati. Le amicizie avventurose di Jane Goodall, Dian Fosseu e Biruté Galdikas è l’originale fumetto di Jim Ottaviani e Maris Wicks, pubblicato dalla casa editrice Il Castoro, che ripercorre le storie di tre grandi scienziate che si sono applicate nell’osservazione nel loro ambiente naturale rispettivamente di scimpanzé, gorilla e oranghi. Un terzetto di donne straordinarie, incoraggiate dallo stesso mentore– il paleontologo Louis Leakey – ma unite anche da una grande passione per la salvaguardia dell’ambiente in tutte le sue forme.

Disegnato con uno stile fresco e pulito, che ricorda le esotiche avventure a fumetti di personaggi come Tintin e Blake e Mortimer, con una spruzzata di cartoon in più, il libro è diviso in tre parti, ognuna raccontata in prima persona dalla sua protagonista. Un lettering diverso caratterizza le voci delle narratrici, che, in qualità di colleghe e amiche nella vita reale, si passano il testimone e dialogano anche sulla pagina.

Jane Goodall è la prima a presentarsi. Innamorata fin da bambina di Tarzan, omonima della sua fidanzata letteraria, appassionata lettrice di Le avventure del Dottor Dolittle, la piccola Jane sogna l’Africa.

Io... Jane, di Patrick McDonnell, traduzione di Caterina Cartolano, Editrice Il castoro 2012, 15,50€.
Io… Jane, di Patrick McDonnell, traduzione di Caterina Cartolano, Editrice Il castoro 2012, 15,50€.

Qui apro un breve parentesi illustrata: sempre nel catalogo di Il Castoro è possibile trovare il delizioso Io… Jane, un albo di Patrick McDonnell che narra l’infanzia dell’etologa inglese con grande delicatezza e poesia. Le piccole scoperte naturalistiche nel giardino di casa, le avventure vissute all’aria aperta insieme allo scimpanzé di peluche Jubilee, i pomeriggi di lettura e i giochi del club Aligator Society, sono tutti piccoli tasselli di un’educazione alla vita selvaggia e al rispetto della natura che saranno fondamentali per la Jane Goodall adulta.

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Ritornando a Primati, quando Goodall riesce finalmente a recarsi in Kenya nel 1957, diviene prima assistente del professor Leakey e in seguito viene inviata ad osservare le tribù di scimpanzé che vivono sulle montagne, in quella che, proprio grazie al suo impegno, è divenuta in seguito la riserva naturale del Parco Gombe, in Tanzania. Le sue scoperte sull’uso di strumenti da parte degli scimpanzé sono una tappa fondamentale nella riconsiderazione del rapporto fra questa specie e l’uomo.

Deciderà invece di occuparsi dei poderosi gorilla di montagna la volitiva studiosa americana Dian Fossey, nel 1963 aspirante zoologa. In attesa di ricevere i finanziamenti indispensabili per stabilirsi in Africa, Dian accetta persino il consiglio del professor Leakey di farsi togliere preventivamente l’appendice, per scongiurare possibili infezioni future!

Con poca esperienza sul campo alle spalle, nel 1966 Dian Fossey si avventura lungo le pendici dei monti Viruga in Ruanda, fonda il “Centro di ricerca Karisoke” e comincia a dedicarsi all’osservazione dei primati che vivono nei boschi intorno. Tutto di essi la affascina, la forza che non trascende in aggressività, la capacità di comunicare, le abitudini, e i gorilla ricambiano l’interesse: accettano la donna e stabiliscono con lei un contatto fisico ed emotivo senza precedenti. Le fotografie di Dian Fossey e del gorilla Peanuts che si toccano, pubblicate nel 1970 dal National Geographic, fanno il giro del mondo e trasformano la studiosa in una celebrità.

Primati_internoDian chiama i gorilla per nome e li rispetta, ma intorno a lei la situazione è bene diversa. I bracconieri infestano i boschi per procurarsi preziosi e macabri trofei, teste e mani di gorilla, da vendere al mercato nero. Fossey non accetta nessun compromesso e si schiera duramente contro le stesse autorità ruandesi, disinteressate o incapaci di contrastare la caccia di contrabbando con mezzi più severi.

In Primati la tragica morte di Dian Fossey viene solo suggerita nel ricordo della sua collega e amica Jane Goodall, che racconta come nel 1985 il suo lavoro fu interrotto, a causa dei molti nemici che si era procurata intervenendo con parole e fatti contro il bracconaggio. Ciò che il fumetto non dice è che Fossey fu brutalmente assassinata la notte del 26 dicembre con un’arma solitamente usata dai cacciatori, e che le indagini sulla sua morte non furono mai completate. Una storia tragica, commovente, ma allo stesso tempo capace di provocare indignazione e far riflettere sugli enormi sforzi ancora da compiere per salvaguardare la natura in tutti i suoi aspetti.

I ragazzi e le ragazze a partire da 10 anni, incuriositi dalla personalità di questa scienziata coraggiosa e risoluta, possono leggerne anche la biografia scritta da Vichi De Marchi per la collana Donne nella scienza di Editoriale Scienza, intitolata La mia vita tra i gorilla. L’autrice si cala nei panni di Dian Fossey, dà voce ai suoi ricordi d’infanzia, ai suoi sentimenti e ne descrive ancor più nel dettaglio le ricerche sul campo. Accompagnano il testo le belle illustrazioni di Cinzia Ghigliano, che colora la vita di Dian di toni caldi e avvolgenti.

La terza Trimate (soprannome dato da Louis Leakey al trio delle sue allieve preferite, studiose di primati) è Biruté Galdikas. Affascinata dagli oranghi al punto da scrivere a noti scienziati e membri di governi asiatici per farsi finanziare una ricerca, Galdikas ha l’intraprendenza e l’intelligenza giusta per piacere a Leakey, che la aiuta a trasferirsi con il marito nel Borneo e osservare gli animali nel loro habitat naturale. Al di là delle importanti scoperte effettuate, come quella che anche gli oranghi sanno camminare sul terreno come gli ominidi più evoluti, quella della allora giovane scienziata canadese è un’altra preziosa storia di determinazione e dedizione, come quella di Jane Goodall e Dian Fossey.

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Un fumetto per ragazzi come Primati deve per necessità condensare in pochi, significativi episodi decenni di fatica, freddo, incidenti sul campo nei boschi e nella giungla, avversità climatiche, incomprensioni e rivalità con altri membri della comunità scientifica, rivelazioni. Talvolta il susseguirsi degli eventi, che abbracciano un periodo di tempo che va dagli anni Cinquanta a oggi, può risultare un po’ intricato, così come il passaggio dalla voce narrante di una delle tre protagoniste all’altra. Ma le grandi storie, specie quando sono vere, meritano di essere lette e rilette con attenzione.

Ciò che non può sfuggire, anche ad una lettura più superficiale, è lo straordinario esempio dato da Jane Goodall, Dian Fossey e Biruté Galdikas agli aspiranti scienziati di ieri e di oggi: nessuna delle tre scienziate ha avuto la strada spianata nel realizzare il proprio desiderio di scoperta, ma ha dovuto investire passione, costanza e fatica per vederlo realizzato.

Di donne e uomini, ragazze e ragazzi in gamba, anticonformisti e intraprendenti, ce n’è davvero sempre tanto bisogno, in tutti i campi.

E con questo pensiero ci lasciamo alle spalle il tema “preistoria” e entriamo già nel territorio della prossima serie di articoli, che compariranno su queste pagine nel mese di dicembre e gennaio… ci rileggiamo fra qualche giorno per tutte le novità!

Un pensiero su ““Primati”, di Jim Ottaviani e Maris Wicks, Il Castoro

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