Se pensate di sapere tutto, ma proprio tutto, sui bambini affamati da genitori scellerati e sperduti nei boschi, preparatevi a scoprire una nuova, frizzante, versione della classica fiaba di Pollicino!
Devo confessarlo: non riesco a resistere a una bella storia paurosa! Halloween è alle spalle ma ancora il mio comodino è ingombro di racconti e figure che evocano mostri, spettri e affini. Quindi preparatevi: le segnalazioni “horror” per bambini e ragazzi non sono ancora finite e ripartono dalle origini, dallo spietato e sanguinolento mondo delle fiabe.
Il prolifico scrittore francese Vincent Cuvellier è noto in Italia per gli albi pubblicati da Sinnos I bambini sono cattivi e La prima volta che sono nata, oltre che per i suoi racconti ironici e pungenti su amicizia e famiglia (qui vi ho parlato di Giancretino e io) editi da Biancoenero nella pregevole collana Zoom, quella con caratteri ad alta leggibilità e storie semplici e incisive, adatte anche per lettori poco disinvolti.
Questa volta l’autore cambia genere, rispolverando appositamente per i lettori italiani – che sono i primi a leggerla – la classica storia di Pollicino e i suoi fratelli, condendola di dettagli raccapriccianti e spassosi. Ne è nato il “saporito” racconto La zuppa dell’Orco, pubblicato sempre da Biancoenero, fuori collana ma con le medesime caratteristiche di alta leggibilità degli altri suoi titoli di narrativa.
La vicenda è più o meno nota: una coppia di genitori senza un soldo bucato (in questa variante per via della loro stessa tendenza all’ozio e inettitudine) progetta di rifarsi sui propri sette, sfortunati, figlioli. Costretti a mendicare per racimolare qualche spicciolo, i bambini sono segretamente minacciati dai parenti, decisi a tagliare loro braccia, gambe e occhi per renderli ancora più miserabili e patetici.
Per fortuna che il piano viene scoperto da Josef, il più piccino ma come sempre il più furbo, che informa fratelli e sorelle e escogita insieme a loro un piano molto astuto. Per scongiurare le vere mutilazioni, i bambini si fingono a turno ciechi e invalidi davanti ai genitori, troppo sciocchi per capire l’inganno. Liberi di uscire di casa per raccogliere l’elemosina, i bambini fuggono nel bosco nonostante la neve, alla ricerca di cibo e di una nuova casa. Che immancabilmente non potrà che essere quella dell’Orco Sporco!
Verrebbe da esclamare “dalla padella alla brace”, o meglio “alla zuppiera”… se non fosse che con un po’ di furbizia e gentilezza le fiabe possono anche prendere un’altra piega.
La zuppa dell’Orco di Cuvellier è una fiaba macabra adatta a lettori da 8 anni in su, ma che può anche essere letta ad alta voce prima di dormire a bambini più piccoli, che apprezzino i sani brividi prodotti da un racconto in cui piccoli rischiano di fare una brutta, bruttissima fine, certi che poi si salveranno. Le fiabe, del resto, hanno delle regole chiare e rassicuranti, che qui si mescolano con un divertente stravolgimento dei ruoli – i genitori degenerati, l’Orco orbo e caduto in disgrazia – che sarà molto apprezzato da coloro che conoscono le versioni classiche.
L’atmosfera innevata e incantata, i personaggi dai nomi buffi, i capitoli brevi dai titoli ironici aiutano a stemperare il grottesco, così come le illustrazioni di Andrea Antinori. Bella la sua tavolozza ristretta a poche tinte, primarie e decise. La semplicità del suo tratto non deve far pensare a un’assenza di complessità e raffinatezza, rivelate da tanti dettagli figurativi e cromatici.
Caratteristiche – essenzialità e raffinatezza – che appartengono anche alla narrazione di Cuvellier, capace di evocare “ghiande che sembravano tante facce di bambini con il berretto da notte” e il rumore “come di pioggia” prodotto “dalle tazze, dai piatti, dai secchi in cui cadevano le lacrime del gigantesco Orco”.
Titolo: La zuppa dell’Orco
Autori: Vincent Cuvellier, illustrazioni di Andrea Antinori, traduzione di Flavio Sorrentino
Edizione: Biancoenero edizioni 2016, 11€
Lo trovate in vendita on-line sugli scaffali della Libreria dei Ragazzi.